Manifesto digitale

  • virtualGart: Manifesto dell’arte fotografica digitale dell'Associazione Culturale Graphiti
     
  • Prefazione:
    Dalla metà degli Anni Ottanta l’artista goriziano Paul David Redfern inizia a sperimentare nuove forme espressive nel campo della fotografia tradizionale utilizzando a tale scopo la tecnologia informatica . Avvalendosi di personal computer, scanner e software dedicati, come ad esempio il programma “Digital Darkroom - Camera oscura digitale”, crea le sue prime foto-elaborazioni rigorosamente in bianco e nero in quanto all’epoca non esistevano ancora PC in grado di gestire il colore. Dal 1994, grazie alla nuova generazione di PC con schede grafiche per la gestione del colore e del programma di fotoritocco “Adobe Photoshop”, vengono realizzate le prime fotografie a colori elaborate al computer: nascono le “Photomorfosi”. Da questa data storica inizia il percorso della fotografia digitale italiana. Dopo un anno denso di appuntamenti espositivi importati, come ad esempio la mostra organizzata presso l’Istituto Italiano di Cultura ad Amsterdam, in Olanda, Redfern nel 1995, in qualità di presidente dell’associazione culturale Graphiti di Gorizia assieme a Giuseppina Mastrovito, altro socio fondatore dell’associazione, dà il via alla stesura della prima bozza di un manifesto dedicato della fotografia digitale. Contemporaneamente Redfern incontra l’artista goriziano Mauro Mauri pioniere dell’arte digitale in Friuli Venezia Giulia nonché tra i massimi esponenti dell’arte contemporanea giuliana. Da questo incontro fortuito nasce, e si sviluppa, l’idea di realizzare il “Manifesto dell’Arte digitale” comprendente tutte le forme espressive, non solo quindi la fotografia. Dopo i primi incontri avvenuti nel 1995 a Gorizia tra Mastrovito, Mauri e Redfern dove sono state poste le basi per il suddetto manifesto, i tre si incontrano a Pordenone con l’artista Mario Alimede per l’approfondimento della stesura del manifesto. L’artista pordenonese reputa comunque prematuro nel 1995 redigere il “Manifesto dell’arte digitale” e quindi viene deciso che la stesura dello stesso sarà a cura di Mastrovito, Mauri e Redfern. Nel dicembre 1995 è ultimato e successivamente (1997) è pubblicato nel sito dell’associazione.
     
  • “virtualGart": il manifesto dell’arte digitale

    Arte digitale: con il termine “Arte Digitale” s’intende la creazione di tutte quelle opere artistiche statiche, dinamiche o interattive che vengono realizzate esclusivamente con strumenti digitali. La tecnica mista “non è” considerata Arte digitale.
    Opera d’arte digitale: con il termine opera d’arte digitale s’intende sempre e comunque il frutto dell’ingegno umano.Essa è concetto, creazione e realizzazione originale di una idea che nasce, si sviluppa e si conclude al computer. Per essere considerata opera artistica l’elemento “ingegno” umano deve essere palesemente manifesto in ogni singola creazione digitale. Come “opera d’arte digitale” si manifesta e si fruisce esclusivamente al computer o in Internet. Come semplicemente “opera d’arte” invece, può manifestarsi ed essere fruita anche in formati e supporti non necessariamente digitali tipici per le opere d’arte convenzionali. Per la creazione di un’ “opera d’arte digitale” sono amebe tutte le forme espressive.
    Gli strumenti: gli artisti digitali si avvalgono della tecnologia informatica per la realizzazione delle proprie idee siano esse pittoriche, grafiche, fotografiche, animazioni nonché multimediali che va considerata per quella che è: mera tecnologia, ovvero insieme di strumenti, hardware e software, privo di “ingegno” a esclusivo servizio della creatività dell’uomo. E’ “l’ingegno” umano a creare l’arte e mai viceversa.
    Artista digitale: è colui che, per la realizzazione delle proprie idee attraverso il proprio e personale linguaggio artistico, si avvale esclusivamente di strumenti digitali. Gli artisti digitali che aderiscono al suddetto manifesto pongono quale obiettivo primario la divulgazione dell’arte digitale in tutte le sue forme, tramite i mezzi tecnologici, “Internet” in primis. Hanno come obiettivo la libera circolazione delle proprie idee artistiche al fine di assicurare quindi la massima divulgazione delle stesse attraverso la fruizione dell’opera d’arte, frutto del “proprio ingegno”. Mercato, lucro e speculazione delle opere d’arte digitali non sono contemplati nel suddetto manifesto.
    Unicità dell’opera d’arte digitale: essa è data esclusivamente dal file digitale che può essere conservato su qualsiasi supporto di massa (ad esempio cd-rom, dvd, hard-disc, ecc.). Non è ammessa altra forma di conservazione che preveda supporti diversi da quelli sopraccitati.
    Contenuto dell’opera artistica digitale: la tecnologia digitale in campo artistico nasce per simulare strumenti e tecniche analogiche convenzionali come ad esempio la pittura, la grafica, la fotografia. L’opera d’arte “digitale” per definirsi tale non deve però nè simulare,nè emulare, nè tanto meno copiare. “L’opera d’arte digitale” non deve “semplicemente” attuare con la tecnologia digitale quanto è possibile realizzare con i mezzi tradizionali e analogici. Per essere considerata quindi “opera d’arte digitale” essa deve essere il risultato evidente della mediazione umana: condizione primaria e parametro indiscutibile da utilizzare per definire e classificare l’opera digitale come “opera d’arte”.
    Obiettivo: con il manifesto “virtualGart” i redattori hanno inteso fare chiarezza e stabilire alcune regole cardini che sono, a loro dire, le fondamenta di questa nuova forma espressiva ponendo l’attenzione sia sull’aspetto etico che formale del modus operandi dell’artista digitale.

    Gorizia, 17 dicembre 1995
    Giuseppina Mastrovito, Mauro Mauri, Paul David Redfern